“Non una di meno”: 200 mila in piazza contro la violenza sulle donne

Non una di menoSabato 26 novembre una marea umana composta di migliaia di donne ha letteralmente invaso le strade della capitale tenendo in mano lo striscione con la scritta: Non una di meno.

Non una di meno: un evento ingiustamente “snobbato” dai media

Si parla di centomila, duecentomila persone: mamme, lavoratrici, insieme a figli, mariti, compagni, persone comuni che hanno sfilato pacificamente per far valere i loro diritti e richiamare l’attenzione su temi caldi come parità di genere, educazione, lotta agli stereotipi, alle disparità e alla violenza, solo per citarne alcuni tra i più importanti.

Non c’erano partiti o istituzioni dietro questa imponente manifestazione, ma il lavoro di tante associazioni come Io decido che insieme a D.i.Re (donne in rete contro alla violenza) e all’Udi (Unione delle Donne in Italia) si sono fatte promotrici dell’evento, contando anche sul tam tam di tante altre associazioni e realtà territoriali.

Dopo l’uccisione di Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dall’ex fidanzato, le associazioni si sono mosse per evidenziare tutto il lavoro che c’è da fare, in Italia, per renderlo finalmente un Paese civile che sia anche “per le donne”.

unita32_20161126191906864-755x515Purtroppo i media non hanno voluto o saputo dare il giusto risalto a una manifestazione importante e riuscita, capace di mobilitare migliaia di persone indipendentemente dai singoli credo politici e convinzioni.

La copertura dei giornali e dei telegiornali è stata misera, come dichiara lo stesso comunicato di Non Una di meno riportato dall’Huffington Post: “il TgUno, che appena il 25 novembre condannava la violenza sulle donne, ieri sera ha intervistato solo la Ministra Boschi e poi, come per caso, è stata data la notizia che migliaia di donne avevano sfilato a Roma per dire no alla violenza. La7 non si è accorta di niente”.

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I pochi accenni sono passati dopo altre notizie giudicate molto più importanti e appetibili, finendo con lo sminuire l’evento.

Peccato che fino al giorno prima gli stessi mezzi di comunicazione citassero il numero delle donne uccise, vittime di atroci violenze e abusi, dando spazio ai pareri di esperti sull’argomento, ecc…

Quando invece è venuto il momento di mostrare come le donne, insieme alle amiche e alle famiglie, in modo attivo e consapevole, possono farsi promotrici di un cambiamento attraverso proposte concrete i media hanno preferito lasciarle in secondo piano.

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La sopraffazione, gli abusi, che vengono spesso condannati a parole con volto grave in prima serata, passano anche attraverso messaggi di questo tipo: con la mancanza di attenzione, con il silenzio ora più che mai colpevole.

Unimamme e voi cosa ne pensate?

Siete andate a manifestare?

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Noi vi lasciamo con qualche indicazione sull’associazione Il vaso di Pandora che aiuta donne e bambini in difficoltà.

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