I bambini più fragili sono quelli dimenticati dalla legge

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I bambini dimenticati e trascurati dalla legge italiana. Mancano pochi giorni alla fine dell’anno e già si parla di imminente scioglimento delle Camere, forse tra Natale e Capodanno, per indire le elezioni il 4 marzo 2018, alla scadenza naturale della legislatura.

Nel frattempo, però, mentre i parlamentari saranno in vacanza diverse leggi a tutela dell’infanzia rischiano di non essere approvate o restare approvate solo a metà, visto che alcune sono state approvate da una camera e sono in attesa di essere approvate anche dall’altra.

Su tutte la discussa legge sullo ius soli, votata nel 2015 dalla Camera e da due anni ferma in Senato.

Sono poi ancora ferme le leggi sulle adozioni e quelle a tutela degli orfani di femminicidio.

Bambini dimenticati: le leggi sui minori che non saranno approvate prima delle elezioni

I bambini sono il bene più prezioso e ci si dovrebbe occupare di loro prima di ogni altra cosa. Si dovrebbe, purtroppo non è così, soprattutto in un Paese, come l’Italia, che fa sempre meno figli e dove i bambini contano sempre meno.

Povertà, assenza di diritti, insufficiente offerta educativa sono problemi veri in Italia, come denunciano ripetutamente rapporti e studi nazionali e internazionali delle organizzazioni a tutela dell’infanzia. L’ultimo in ordine di tempo è il 3° Rapporto supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, presentato nei giorni scorsi a Roma dal Gruppo CRC, network di associazioni italiane che vigila sull’applicazione della Convenzione Onu in Italia. I risultati non sono incoraggianti per il nostro Paese, date le numerose criticità riscontrate, ma evidentemente per il nostri governanti e parlamentari i bambini possono aspettare.

Ecco infatti le leggi sui minori che aspettano di completare l’iter parlamentare e rischiano di non essere approvate entro la fine della legislatura.

Ius Soli. La legge più dibattuta del momento, quella che riconosce la cittadinanza ai figli nati in Italia degli immigrati o arrivati nel nostro Paese da piccoli. Cittadinanza che, va precisato, non è concessa a prescindere ma solo in presenza di determinate condizioni, come l’aver completato un ciclo scolastico. Tanto che si parla più propriamente di ius soli temperato e ius culturae. Come vi abbiamo già spiegato in un nostro articolo. Una legge approvata nel 2015 alla Camera dei Deputati e ancora ferma in Senato, che avrebbe dovuto essere approvata la scorsa estate ma che è stata rinviata e poi collocata in fondo al calendario delle leggi da votare al Senato entro la legislatura. Si tratta di 800.000 bambini che di fatto sono italiani in tutto e per tutto, nella lingua, nelle abitudini, nella cultura, tranne nel passaporto. La mancata cittadinanza priva questi bambini di molti diritti, ma per il legislatore possono essere trascurati.

Orfani delle vittime di femminicidio. In Italia si contano circa 150 femminicidi all’anno. Di questo crimine orribile dopo le donne sono vittime i loro figli, bambini e ragazzi che hanno perso i loro genitori per sempre: la mamma uccisa e il papà omicida e in carcere. Al momento gli orfani causati dai femminicidi sono oltre 1.600 in Italia. Bambini e ragazzi che aspettano una tutela soprattutto economica, perché il problema grave per questi ragazzi e per i familiari che se ne fanno carico è avere un sostegno economico per vivere e studiare e per la necessaria assistenza medica e psicologica. Questi bambini subiscono traumi gravissimi e perdono tutto. La legge che introduce importanti norme di tutela è stata approvata lo scorso primo marzo alla Camera ed è ferma in Senato.

Adozioni. Le adozioni sono un altro tema scottante, con tutti i problemi e le assurde complicazioni burocratiche che finiscono per colpire bambini e famiglie non si riesce a varare una normativa coerente ed uniforme che accorci i tempi lunghissimi ed eviti inutili attese. Eppure è tutto fermo, anche i rimborsi che dovrebbero spettare ai genitori che nel frattempo hanno adottato un bambino. Proprio qualche tempo fa vi avevamo segnalato lo scandalo della Commissione adozioni internazionali, rimasta di fatto ferma per oltre due anni e accusata, nella passata gestione, di numerose irregolarità. Invece sulle adozioni nazionali il rapporto del Gruppo CRC che abbiamo citato sopra denuncia la lunghezza e la mancanza di tempi certi e procedure definite.

Figli di parti anonimi. L’altra legge ferma in Parlamento riguarda i figli di parti anonimi, ovvero i bambini partoriti e abbandonati negli ospedali. Per le donne è un diritto partorire in anonimato e lasciare il figlio in adozione, se non vogliono o non possono tenerlo. Una scelta da rispettare e non da criminalizzare. Tuttavia la nuova legge vuole concedere ai figli il diritto di conoscere la propria madre biologica, anche per motivi di salute, continuando comunque a tutelare il diritto alla riservatezza di quest’ultima. Un desiderio sempre più diffuso tra queste persone. In Italia ci sono circa 400mila figli nati da madre anonima. La nuova legge è stata approvata alla Camera nell’estate del 2015 poi si è arenata in Commissione Giustizia al Senato.

Asili nido. Infine, una delle note dolenti del welfare italiano: gli asili nido. Qualche provvedimento per migliorare l’offerta di un servizio molto scarso in Italia è stato adottato, ma non basta. Sono ancora troppo pochi, infatti, i fondi erogati a sostegno degli asili nido. Poco più di 200 milioni di euro sono stati erogati dl Miur alle Regioni per i nuovi nidi integrati alla scuola materna, ma sono troppo pochi e sono destinati per lo più all’edilizia.

Insomma, sul fronte dei diritti e della tutela dei bambini c’è ancora molto, troppo da fare. I bambini e ragazzi in Italia hanno bisogno di tutele, sostegno economico, aiuto nell’educazione scolastica e nell’avvio al lavoro, a fronte di dati sconcertanti sulla povertà dei minori in Italia e sui numeri record di ragazzi neet (che non studiano e non lavorano) nel nostro Paese.

I bambini, però, a quanto pare possono aspettare. Dopotutto non votano, come denuncia Lidia Baratta nel suo articolo su Linkiesta che affronta questi problemi.

Che ne pensate unimamme?

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