Parto prematuro: scoperto il meccanismo che potrebbe causarlo

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Parto prematuro: scoperto un meccanismo che potrebbe causarlo, la “colpa” sarebbe del bambino.

Una importante ricerca scientifica potrebbe aver scoperto una delle cause del parto prematuro, rivoluzionando le conoscenze che abbiamo avuto finora. Ecco di cosa si tratta.

Parto prematuro: potrebbe dipendere dal feto

Il parto prematuro è una complicazione comune in gravidanza e purtroppo la prima causa al mondo di morte neonatale. Un dramma per molte mamme e per i loro piccoli. Le cause non sono ben note, però un recente studio americano può aiutare a fare chiarezza e a prevenire la nascita dei bambini prima del termine.

Secondo uno studio dell’Università della California di San Francisco pubblicato su Science Translational Medicine, una delle cause possibili dei parti prematuri potrebbe essere l’attivazione precoce del sistema immunitario del feto.

La prospettiva interessante da cui parte lo studio californiano è quella di prendere in considerazione il sistema immunitario del bambino, invece di quello della madre, come è stato fatto soprattutto finora. I ricercatori, infatti, hanno osservato che in presenza di certe condizioni, il sistema immunitario del feto si attivava contrastando le cellule materne, come fossero estranee, ed emettendo sostanze che provocano in questo modo le contrazioni dell’utero che inducono il parto.

Il motivo per cui il sistema immunitario del feto si risvegliava, contrastando quello materno, era dovuto, hanno scoperto i ricercatori, ad una infiammazione nell’organismo della madre, un evento comune nei parti prematuri. L’infiammazione attivava gli anticorpi del bambino, che aggredivano le cellule materne presenti nella placenta ritenendole estranee e mettendo in atto una difesa aggressiva che portava al parto anticipato.

I ricercatori hanno osservato questo fenomeno, prendendo in esame il sangue del cordone ombelicale, che contiene cellule fetali, e il sangue materno di 89 donne che avevano partorito nei termini e di altre 70 donne che avevano avuto un parto precoce. Nel sangue delle madri non sono emersi segni di attivazione immunitaria, mentre in quello dei neonati prematuri sono stati trovati due tipi di cellule immunitarie e anche un numero maggiore di cellule materne nel cordone.

Nel sangue dei neonati prematuri, i ricercatori hanno accertato che gli anticorpi linfociti T avevano prodotto livelli più alti di due molecole infiammatorie:

  • il fattore di necrosi tumorale alfa
  • l’interferone gamma

Queste due molecole, è stato dimostrato in laboratorio, sono in grado di provocare la contrazione delle cellule dell’utero.

Secondo gli studiosi, ovviamente, questa non è l’unica causa dei parti prematuri, ma lo studio del sistema immunitario del feto, finora non sufficientemente preso in considerazione, può dare risposte importanti nelle prevenzione dei parti pretermine e sui possibili trattamenti da adottare, per prevenire le complicanze in gravidanza.

Finora, i farmaci usati per evitare parti prima del termine hanno lo scopo di fermare le contrazioni dell’utero, ma a quel punto il meccanismo si è già attivato, come ha spiegato l’ideatrice della ricerca Tippi MacKenzie, lei stessa a rischio di parto prematuro. Quello che occorre fare, invece, è intervenire in anticipo, diagnosticando l’attivazione immunitaria del feto e intervenire per fermarla. Attivazione immunitaria che probabilmente inizia molto tempo prima che si manifestino le contrazioni.

Che ne pensate unimamme? Vi aspettavate una cause del genere per i parti prematuri?

Vi ricordiamo il nostro articolo: Un semplice esame del sangue può predire il rischio di parto prematuro

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