Bambino “abbandonato” per errore in una comunità deve tornare con la sua mamma

Un bimbo cinese, è stato lasciato in una comunità dalla mamma che credeva si trattasse di un asilo di stato, otto anni fa.

Una donna cinese, da poco arrivata in Italia, dieci anni fa, aveva chiesto aiuto per se stessa e il suo bambino venendo collocata all’interno di una comunità.

Tre anni dopo decise di allontanarsi sostenendo che doveva trovare un lavoro per saldare un debito.

La mamma era convinta che la comunità funzionasse con un asilo di stato cinese e che, una volta tornata, avrebbe pouto riabbracciare il figlio.

Lei non parlava italiano e così la sua scelta fu vista come abbandono di minore.

A quel punto il piccolino venne affidato a un’altra famiglia e così la sua mamma fu costretta a vederlo ogni due settimane, in un ambiente protetto, arivando dal Veneto, dove attualmente risiede.

Nel frattempo per il piccolo è stata aperta una procedura di adottabilità.

La mamma, naturalmente si è opposta.

I giudici del Tribunale dei Minori di Milano hanno dato ragione alla mamma del piccino.

Quindi è stato stabilito che ci sia un processo di accompagnameno al ricongiungimento tra mamma e figlio.

L’avvocato della mamma però vuole fare ulteriore chiarezza sulla vicneda, perché il bambino, in questi anni, ha vissuto in una comunità di famiglie imparentate tra loro e credeva di avere venti fratelli.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su Il Giorno?

Noi vi lasciamo con la vicenda di una donna che ha dato il figlio in adozione a una sconosciuta.

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