I genitori di Alfie Evans in Italia: l’annuncio di una fondazione per i bambini

Alfie Evans: papà Tom e mamma Kate in Italia lanciano la fondazione per proteggere altri bambini. Perché non ci sia più un altro caso Alfie.

Visita in Italia per Tom Evans e Kate James, i genitori del piccolo Alfie, il bambino inglese affetto da una malattia rara, morto lo scorso aprile dopo una lunga battaglia giudiziaria sul distacco delle macchine per respirare. Una vicenda molto dolorosa, che ha scosso profondamente e coinvolto anche l’Italia, con l’intervento del governo che concesse ad Alfie la cittadinanza italiana per consentirgli di essere trasferito all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Un trasferimento che però non c’è mai stato.

Tom e Kate sono stati ospiti di Atreju 2018, sull’isola Tiberina, a Roma, dove hanno ricevuto un riconoscimento per la lotta per il loro bambino e hanno parlato dei progetti futuri.

Alfie Evans con i genitori (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Alfie Evans: papà Tom e mamma Kate in Italia

I giovani genitori di Alfie Evans, Tom e Kate, hanno partecipato alla manifestazione Atreju 2018 a Roma, per raccontare la tragica vicenda del loro bambino e ricevere un’onorificenza per la loro coraggiosa e lunga battaglia per non far staccare il respiratore artificiale al figlioletto.

La storia del piccolo Alfie ha commosso tutta Italia. Il nostro Paese è stato coinvolto anche per la possibilità, ma verificatasi, che il bambino inglese potesse essere ricoverato all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Dopo un anno di coma, nel dicembre 2017, i medici dell’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool avevano deciso che era arrivato il momento di staccare le macchine che aiutavano Alfie a respirare ed essere nutrito. Una decisione a cui i giovani genitori appena ventenni, Tom e Kate, si sono opposti con tutte le forze, con una lunga battaglia giudiziaria fino al tragico epilogo dello scorso aprile, con il distacco del piccolo Alfie dalle macchine e la sua morte dopo cinque giorni di agonia. Per i medici Alfie era di fatto già morto e prolungare la sua vita era una inutile tortura, mentre i genitori non hanno mai accettato questo responso e per mesi hanno pubblicato le foto del figlio ricoverato in ospedale, mostrando il bambino che apriva gli occhi e, secondo loro, rispondeva agli stimoli. una situazione complicata dalla rarissima malattia neurodegenerativa da cui era affetto Alfie, di origine non chiara.

Tom Evans e la moglie Kate in Italia (Alfies Army/Facebook)

A Roma, Tom e Kate sono stati accolti dall’affetto del pubblico. Tom ha parlato del suo bambino al presente, come se fosse ancora tra noi: “Mi chiamo Thomas Evans. Sono il papà di un bellissimo bambino di nome Alfie“, si è presentato. Tom ha raccontato il durissimo percorso di Alfie, della sua fragile vita terminata a soli 23 mesi. Ha svelato anche la malattia del bambino: “deficit di Gaba transaminasi”, un disturbo neurovegetativo che, ha detto, avrebbe avuto possibilità di cura. Il papà di Alfie ha raccontato che il bambino rispondeva agli stimoli e respirava da solo. Per questo motivo, i genitori si sono opposti al distacco delle macchine, nonostante in un primo momento avessero acconsentito. Così Tom ha spiegato l’inizio della controversia con l’ospedale di Liverpool.

Tom ha anche raccontato che quando la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, visitò Alfie il bambino aprì gli occhi. Per Tom fu un segno che Alfie voleva vivere ancora.

alfie evans sopravviveLa presenza di Alfie non sarà solo nei ricordi dei suoi genitori, ma anche nella fondazione che Tom e Kate hanno deciso di aprire con i soldi raccolti con le donazioni. I coniugi Evans vogliono che non ci sia più un altro caso come quello di Alfie. Un proposito che avevano già annunciato nei mesi scorsi, subito dopo la morte del figlio.

Tom ha detto che con la fondazione Alfie continuerà a vivere e saranno aiutati altri bambini nelle stesse condizioni. Già quindi famiglie hanno fatto richiesta per i loro figli. Alfie anche “se è vissuto così poco e non ha avuto la possibilità di parlare, parla ancora al mondo intero“, ha detto papà Tom. Il padre di Alfie ha anche annunciato di volere battersi affinché nel Regno Unito sia cambiata la legge e non si verifichi più un caso come quello di Alfie.

Poi i giovani genitori hanno ringraziato per il sostegno e l’affetto ricevuto dall’Italia: “Ci siamo sentiti amati e rispettati dalla gente italiana, è nata una grande collaborazione di cui saremo eternamente grati, come siamo grati in particolare all’associazione Steadfast che ha promosso quella fantastica mobilitazione“.  Tom ha poi ringraziato per essere stato ricevuto da Papa Francesco e per l’aiuto ricevuto dal Bambino Gesù. “Ci siamo davvero sentiti amati“, ha sottolineato Tom Evans.

Durante l’intervento pubblico, il papà di Alfie si è commosso più volte, trattenendo a stento le lacrime. Il pubblico gli ha mostrato tutto l’affetto e la vicinanza e la moglie Kate gli si è stretta accanto.

Il dolore per la perdita del figlio è ancora molto forte, ma una nuova luce è entrata nella vita dei coniugi Evans: la nascita del loro secondogenito, Thomas, lo scorso 6 agosto. Il fratellino minore di Alfie.

Tom e Kate dicono di avere due figli. Fortunatamente Thomas non ha ereditato lo stesso difetto genetico di Alfie ed è un bambino sanissimo.

Nell’intervista concessa ad Avvenire, che ha riferito della visita dei genitori di Alfie in Italia, Tom Evans ha aggiunto: “L‘Italia è stato il Paese che più di tutti ha protetto Alfie, lui è e rimarrà sempre italiano. Amiamo questo Paese, qui ci sentiamo come a casa, ci piacerebbe anche poterci vivere. Abbiamo ancora la casa invasa dai vostri messaggi, regali e pupazzetti. Una signora, Elisabetta, ci ha mandato l’acqua di Collevalenza, mentre i magistrati hanno voluto interrompere persino l’idratazione. Fino a quella notte del 28 aprile, in cui il nostro angelo è volato in Paradiso”.

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