Coronavirus | Neonato ricoverato perché positivo al tampone torna a casa

Il neonato positivo al coronavirus è finalmente tornato a casa dai suoi genitori. Verrà continuamente monitorato dal personale ospedaliero anche a casa.

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Un’ottima notizia è quella che viene riportata dall’Eco di Bergamo. Il neonato di soli 22 giorni è stato dimesso dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il piccolo era stato ricoverato perché era positivo al test coronavirus, quando è stato portato in ospedale aveva la febbre molto alta e proveniva dalle zone più colpite.

Coronavirus | Dimesso il neonato positivo al tampone a Bergamo

Mercoledi, 18 marzo, il piccolo di 22 giorni è stato dimesso dall’ospedale: “Il piccolo è in buone condizioni, respira senza alcun ausilio, cresce bene e mangia. Lo abbiamo trattenuto molto in ospedale perché era il primo caso di un neonato positivo, andava quindi costantemente monitorata l’evoluzione del contagio anche quando i sintomi più evidenti erano spariti”. E’ quello che ha riferito al giornale il direttore della Patologia neonatale del Papa Giovanni, Giovanna Mangili, ed ha aggiunto: “Di questo virus si sa pochissimo, era difficile stabilire se il piccolo, una volta sfebbrato e in grado di respirare stesse cominciando davvero a stare bene”.

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Il piccolo è nato l’11 febbraio, all’ospedale di Alzano, sano, con parto naturale. Purtroppo, dopo pochi giorni ha iniziato a non stare bene ed il 2 marzo è stato ricoverato in ospedale: “Il fatto che la sua famiglia provenisse da una zona calda sin dall’inizio dell’epidemia ci ha fatto drizzare le antenne. E il tampone ha dato esito positivo: il piccolo è stato isolato con un supporto di ossigeno, attraverso cannule nasali piccolissime, ma senza ventilazione forzata. La febbre è continuata per diversi giorni, molto alta. Poi, è cominciata la ripresa”.
Il neonato è ancora positivo, ma dopo tanti giorni può tornare finalemete a casa: “Il bimbo torna finalmente dalla mamma, a poco più di un mese di vita non può restare a lungo separato dai genitori. Il tampone è ancora positivo, ma riteniamo che la positività in questo, come probabilmente in gran parte dei contagi da coronavirus, si protragga anche dopo la remissione dei sintomi. La mamma quando il piccolo è stato ricoverato era risultata positiva, il papà no”.

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Come dichiarato dai medici, il piccolo sarà seguito anche a casa: “I contatti non si interrompono certo qui, così come non si sono mai interrotti per tutto il periodo della permanenza del piccolo da noi: è stato davvero uno strazio dover separare i genitori da un bimbo così piccolo, ma non si poteva fare diversamente”.
I medici hanno consegnato il bambino al padre ed il reparto si sono commossi tutti, ha affermato la Mangilli: “Quando lo abbiamo consegnato al papà, c’è stato un momento di commozione generale, una vera esplosione di gioia. Una gran bella notizia, mentre ci ritroviamo a combattere contro questo virus che sembra una bestia spaventosa”.
In reparto, però, ci sono ancora 3 neonati che stanno combattendo contro il coronavirus: “Ne abbiamo qui altri tre, con una positività acquisita dopo la nascita: un piccolo ricoverato a 22 giorni di vita che è in condizioni soddisfacenti, arrivato con febbre e congiuntivite, un altro arrivato a 11 giorni, un po’ sottopeso e ipotonico, e un altro accolto a 35 giorni che è ancora sotto ossigeno in ventilazione non meccanica. Siamo comunque ottimisti, per tutti e tre”.
Anche la dottoressa conferma che i neonati nati da mamme positive stanno bene
Sono diversi i bambini che nascono da mamme positive al coronavirus: abbiamo un protocollo e un percorso d’assistenza apposito, e se le mamme presentano solo sintomi lievi la nascita avviene per vie naturali. La notizia importante è che i bambini nascono negativi: diventa concreta l’ipotesi che il virus non passi dalla mamma al bambino. Di questi due neonati sono stati dimessi con le mamme, che pur positive hanno sintomi lievi, altri due restano qui perché la loro mamma non sta bene”. Le precauzioni sono necessarie per le donne positive, alle quali si consiglia comunque l’allattamento al seno: “Non ci risulta il passaggio di virus per questa via, e il latte materno rafforza le difese immunitarie”.

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