Cause e rimedi delle ragadi al seno: la posizione del neonato è fondamentale
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Le donne che allattano al seno nei primi giorni possono avere una sensazione dolorosa che poi con il tempo scompare. Se la sensazione di dolore rimane anche dopo i primi tempi bisogna capire cosa la provoca e intervenire. Se la suzione del bambino continua a procurare dolore bisogna capire che cosa lo provoca. Di solito la causa è la ragade del capezzolo: piccole spaccature spesso sanguinanti e molto dolorose. La ragade al seno è molto dolorosa e se non vi si pone rimedio può portare alla fine dell’allattamento, si possono invece curare fortunatamente per la mamma e il suo cucciolo che può proseguire l’allattamento.
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Ogni poppata del bambino riapre le ragadi è quindi difficile per le mamme che continuano ad allattare riuscire a guarire. La guarigione viene purtroppo ritardata con la suzione del bambino del resto ritardare la poppata non è una soluzione visto che il ristagno del latte può creare un ingorgo mammario. Le ragadi si possono anche infettare e possono diventare delle mastiti inoltre possono essere causa di presenza di sangue nel rigurgito del bambino
Come prevenire le ragadi al seno
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Per prevenire le ragadi come prima cosa dobbiamo allattare il bambino nella posizione più corretta e per far questo si può chiedere una consulenza per una corretta tecnica di allattamento ad un’ostetrica:
- centri consultoriali sull’allattamento, attivi presso diverse ATS
- con specifica formazione sull’allattamento al seno (come le ostetriche ibclc International board certified location consultant)
- associazioni che promuovono l’allattamento al seno come La Lecce League o Movimento Allattamento Materno Italiano (MAMI)
Con l’ostetrica la mamma potrà imparare la tecnica di allattamento e le varie posizioni dell’allattamento, dalla classica alla rugby e a quella frontale.
La tecnica di allattamento:
- 1 in particolare cambiare l’angolazione con cui si attacca il bambino ad ogni ogni poppata, in questo modo non viene sollecitata sempre la stessa parte del capezzolo.
- il seno va offerto al bambino sostenendolo con la mano e non tra due dita
- la testa del bambino deve essere rivolta verso il seno
- il collo non deve essere piegato di lato
- la bocca deve aderire perfettamente all’aureola e non solo al capezzolo
- per interrompere l’allattamento l’ideale è staccare il bambino con un dito interrompendo l’effetto ventosa, per evitare dolorosissimi traumi al capezzolo.
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Come alleviare il dolore: all’inizio della poppata il bambino è più affamato e afferra il capezzolo con avidità rendendo la poppata più dolorosa. A tal fine si può preparare il seno
- massaggiandolo per far fluire meglio il latte verso la bocca del bambino in questo modo la poppata inizierà in modo meno doloroso
- per ammorbidire il seno renderlo meno sensibile si può spalmare del latte materno sul capezzolo sia prima che dopo la pappata
- Si possono utilizzare degli impacchi e anche delle compresse calde utilizzando della carta sterile da mettere sull’aureola prima prima della poppata.
- è importante asciugare il capezzolo sempre tamponandolo in modo da non irritarlo.
- si possono usare antidolorifici compatibili con l’ allattamento se il dolore è intenso.
Igiene del seno: il seno va trattato con delicatezza per la sua igiene si può:
- lasciarlo scoperto all’aria il più possibile
- evitare le coppette assorbilatte che possono favorire la macerazione del capezzolo con il successivo sviluppo di infezioni
- la pulizia del seno e dell’aureola è importante: lavare il seno ma evitare di utilizzare ogni volta il sapone perchè secca la pelle. L’ideale è usare prodotti più delicati sulla pelle.
- indossare indumenti leggeri e traspiranti.
Prodotti da applicare a livello locale ne esistono tanti e molti di questi devono essere eliminati prima della poppata altri invece si possono lasciare perché non sono tossici, inoltre hanno proprietà antiossidanti. Se applicati costantemente hanno un effetto protettivo.
I para capezzoli preferibilmente in silicone o argento sono indicati per capezzoli piatti o troppo voluminosi.
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