Certificato di verginità, cos’è e perché i medici hanno detto no

Polemica sul certificato di verginità, la bufera arriva dalla Francia.

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Foto da Instagram @lascienzaincapsule

Unimamme, in Francia sta infuriando una pesante polemica circa i cosiddetti certificati  o test di verginità.

Certificato di verginità: polemica in Francia

Questo consiste nella prova di verginità attestata dai medici in base all’esame dell’imene. L’imene è la parte femminile più sconosciuta e per questo ci sono 8 cose da sapere.

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A volte in Francia, anche se bisogna sottolineare che accade di rado, viene richiesto soprattutto in caso di matrimoni religiosi. In realtà questo test non ha valore scientifico perché l‘imene si può lacerare anche senza avere rapporti, magari facendo sport o usando un tampone interno, alcune donne, pare una su due, nemmeno ce l’ha.

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Solo qualche mese fa il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin, intendeva abolire questa pratica e creare una legge che potesse sanzionare penalmente chi lo faceva. In teoria questa legge dovrebbe entrare in vigore entro fine anno, ma c’è chi si oppone. I medici francesi hanno infatti firmato un editoriale su Liberation spiegando perché dicono no.

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fonte: Adobe Stock

È una pratica barbara, retrograda e sessista e in un mondo ideale bisognerebbe rifiutarsi di rilasciare un documento del genere scrivono con fervore i medici francesi “Ma nel mondo reale penalizzare la redazione di questi certificati è un controsenso. Siamo medici e ci rifacciamo prima di tutto all’etica medica (…). E quindi sì, possiamo essere portati a fornire un certificato di verginità se la giovane ha bisogno di un documento che attesti che è vergine perché si smetta di tormentarla, per salvarle la vita, per proteggerla se è indebolita, vulnerabile o minacciata nella sua integrità o dignità”.

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In una testimonianza riportata su Il Corriere una ginecologa, Ghada Hatem, fondatrice della Casa delle donne di Sant-Denis ha spiegato che se alcune ragazze non riescono a provare la loro verginità rischiano la morte per mano dei genitori.  O Joelle Belaisch-Allart, presidentessa del Collegio nazionale dei ginecoloci e ostetrici ha invece spiegato che questa nuova legge non sarebbe solo inutile, ma anche difficile da mettere in atto, perché si tratta di certificati usati nel privato.

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Inoltre in un clima proibizionistico si potrebbe aprire la strada verso soluzione più pericolose, clandestine, viaggi all’estero. Le povere vittime sarebbero le donne che vivono in un contesto integralista.  Da parte sua l’Oms già da 2 anni si è schierata per l’abolizione di questa certificazioni che sono giudicate “dolorose, umilianti e traumatiche, una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze”.

Unimamme, cosa ne pensate di questa faccenda e delle sua sfumature? Noi vi lasciamo con il caso di una ragazza rapita e costretta ad abortire.

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