Lego, la lettera anni ’70 sull’uguaglianza dei sessi è profetica

È anocra iconica la lettera della Lego sull’uguaglianza dei sessi che l’azienda scrisse negli anni ’70 a tutte le mamme e i papà di quel tempo.

Lego, uguaglianza sessi (fonte unsplash)
Lego, uguaglianza sessi (fonte unsplash)

La notizia era già circolata qualche anno fa quando un fan della Lego decise di pubblicare su un social network Reddit, una foto di una lettera, ritenuta poi autentica, facente parte di un foglietto di istruzioni, stampato dall’azienda negli anni ’70.

La scatola in cui il fan ha ritrovato il foglietto era del 1973, quindi in linea con quel periodo in cui la Lego ha iniziato a muovere i primi passi verso l’uguaglianza dei sessi tra bambini e bambine.

Le parole di quella lettera sono subito diventate virali per la loro avanguardia e per il contenuto così futuristico che può essere stato scritto ai giorni d’oggi.

Ovviamente queste parole hanno riaperto un dibattito sopito nel tempo, cioè quanto di quel messaggio è presente nei giorni nostri e soprattutto se la Lego vi sia rimaste fedele o meno.

Purtroppo in base ad un rapido calcolo, le costruzioni del mondo Lego presentano un rapporto pari a 4:1 in favore del genere maschile, con il genere femminile proposto secondo stereotipi non più validi.

Infatti ultimamente l’azienda è ricorsa ai ripari facendo uscire una serie di giochi in cui non è specificato il sesso del personaggio, come ad esempio la nuova figura dello “scienziato” in cui non è stato posto alcun accento particolare sul sesso.

Nonostante questo, però, sono ancora tantissimi i passi avanti che le aziende – in generale – di giocattoli devono fare anche se rispetto al passato la situazione è nettamente migliorata.

Lego: la lettera sull’uguaglianza dei sessi è iconica

Lettera Lego (fonte Instagram @womenofimpact)
Lettera Lego (fonte Instagram @womenofimpact)

Ma prima di tutto cosa c’è scritto in questa famosa lettera?

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Ecco cosa si legge: “Ai genitori.La voglia di creare è forte in tutti i bambini. Maschi e femmine. È l’immaginazione che conta, non l’abilità. Costruisci quello che ti viene in mente, nella maniera che desideri. Un letto o un camion. Una casa delle bambole o un’astronave. A molti bambini piacciono le case delle bambole: sono più umane delle astronavi. A molte bambine piacciono le astronavi: sono molto più emozionanti delle case delle bambole. La cosa più importante è mettere nelle loro mani il materiale giusto e lasciare che creino qualsiasi cosa preferiscano”.

Così pare che più di quaranta anni fa la Lego si distinguesse dalle altre aziende per questo messaggio all’avanguardia in cui metteva sullo stesso piano bambini e bambine, ritenendo che entrambi i sessi avessero le stesse inclinazioni e fossero capaci di giocare con gli stessi giochi.

Anche se il messaggio inviato dalla Lego era abbastanza forte, con il tempo l’azienda non è riuscita a mantenere fede allo scritto distinguendo i giochi per i maschi e quelli per le femmine.

Prima dell’avvento degli ultimi anni della figura senza sesso dello “Scienziato”, non vi erano molte costruzioni che potessero richiamare propriamente al mondo femminile.

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Solo due figure erano state messe sul merato prima di questa: quella del medico con il codino presente nel 1970 e dell’astronauta nel 1990.

Insomma dagli anni ’70 fino ai giorni d’oggi, la Lego sembra essersi rivolta sempre e solo ad un pubblico di bambini maschi, una tendenza che fortunatamente sta cambiando negli ultimi anni.

Infatti sono sempre più i bambini che, grazie all’intevento dei genitori, trascorrono il tempo con qualsiasi tipo di gioco dalla cucina fino alla cassa del supermercato, cosa impensabile pochi anni fa.

Certo in questo ambito, sono ancora molti i genitori e i futuri tali che devono essere sensibilizzati, proprio per evitare che ci siano ancora discriminazioni tra gli uomini e le donne, un problema che in Italia è molto presente.

Tanto che quando si parla di pari opportunità nel mondo del lavoro sono molti gli ambiti in cui le donne non riescono a trovare gli stessi sbocchi degli uomini.

In realtà, quindi, anche partendo da un piccolo gioco è possibile educare i propri bambini verso un futuro di uguaglianza.

Costruzioni (fonte unsplash)
Costruzioni (fonte unsplash)

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E voi unimamme cosa ne pensate?

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