Senti gli occhi sempre secchi? Ecco di chi potrebbe essere la colpa

Luce blu: i rischi per la vista e come prevenirli, secondo i consigli degli esperti.

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Luce blu: i rischi per la vista e come prevenirli – Universomamma.it (Adobe Stock)

La luce blu è quella parte dello spettro visibile che comprende diverse sfumature di colore che vanno dal turchese al blu-viola. Si tratta di una forma di radiazione elettromagnetica, compresa tra i 380 e i 500 nanometri, che viene emessa dalle fonti luminose, a partire dal sole. Altre fonti conosciute di luce blu sono le lampadine led e soprattutto gli schermi di smartphone, tv, computer e tablet. È soprattutto riguardo a questi ultimi che la luce blu può essere pericolosa per la vista.

La lunga esposizione alla luce blu è nociva per i nostri occhi. Mentre all’aperto, quando il sole è forte, tendiamo a proteggere la vista indossando occhiali da sole, quando siamo in ambienti interni trascorriamo molte ore davanti agli schermi delle nostre tv, del computer e soprattutto dello smartphone. Che sia per lavoro, per studio o per divertimento, passiamo praticamente tutta la giornata, e la notte, davanti a uno schermo elettronico, con i nostri occhi continuamente esposti alla luce blu.

Gli esperti di oculistica mettono in guardia contro i danni causati alla vista dalla luce blu e segnalano le misure per prevenirli. Ecco che cosa bisogna sapere.

Ricordiamo anche che l’uso di computer, smartphone e tablet può avere effetti molto dannosi sulla salute dei bambini.

Luce blu: i rischi per la vista e come prevenirli

Una lunga e continua esposizione alla luce blu degli schermi di tv, smartphone e computer è nociva per gli occhi. Fissando continuamente gli schermi dei dispositivi elettronici siamo molto più esposti alla luce blu di quello che avviene durante il giorno con la luce del sole.

Se all’inizio questa situazione non sembra creare particolari problemi, sul lungo periodo, tuttavia, può causare danni anche gravi alla vista. Per questo motivo è molto importante proteggere gli occhi e ridurre il più possibile l’esposizione agli schermi elettronici. In primo luogo è da evitare assolutamente di portare lo smartphone a letto, prima di addormentarsi.

La luce blu, infatti, non solo fa male alla vista ma provoca anche disturbi del sonno e favorisce l’insonnia. Questi problemi si verificano perché la luce blu interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, quando l’esposizione avviene alla sera. Del resto non è una novità che l’uso dello smartphone prima di andare a dormire sia dannoso, come hanno dimostrato diversi studi.

L’altra differenza tra luce blu emessa dal sole e dagli schermi elettronici è che l’occhio automaticamente tende a difendersi dalla luce intensa del sole, con il restringimento della pupilla e il chiudersi delle palpebre. Diverso è il caso della luce degli schermi, davanti ai quali passiamo molte ore, spesso concentrati, nell’esecuzione di un lavoro o nella lettura di messaggi, email, articoli di giornale, con la conseguenza che le palpebre tendono a chiudersi meno ritmicamente. La naturale e ritmica chiusura delle palpebre si chiama ammiccamento e avviene normalmente alla luce del sole, mentre è meno frequente davanti agli schermi: accade fino a cinque volte al minuto in meno. Come spiega il direttore del Centro Oculistico di Humanitas, Paolo Vinciguerra.

La minore chiusura delle palpebre provoca la secchezza della superficie della cornea. Con la conseguenza che le difese dell’occhio sono più deboli.

Un altro effetto negativo del trascorrere molto tempo davanti agli schermi di smartphone, tablet e computer è che solitamente la visione avviene a una distanza ravvicinata. Questo provoca l’orientamento in convergenza dei bulbi oculari, affinché entrambi gli occhi osservino lo stesso campo. Quando questa condizione è protratta nel tempo in alcune persone, più predisposte, si possono verificare dei disturbi del coordinamento oculare.

Sindrome da computer

L’esposizione alla luce blu degli schermi causa la cosiddetta Computer Vision Syndrome (CVS) o sindrome da computer, che può provocare i seguenti disturbi: arrossamento degli occhi, prurito, offuscamento o sdoppiamento della vista, bruciore, mal di testa, fino ai dolori al collo.

L’arrossamento e il bruciore agli occhi sono sintomi molto comuni. Mentre lo sdoppiamento della vista è dovuto ai problemi di coordinamento oculare, causati dalle lunghe ore passate a guardare uno schermo a distanza ravvicinata.

Questi disturbi, naturalmente, si manifestano in modo diverso da persona a persona, a seconda della sensibilità individuale, dell’abitudine e della durata dell’esposizione agli schermi. Normalmente tendono a sparire dopo qualche ora di riposo della vista, lontano dagli schermi. Si possono verificare, tuttavia, danno a lungo termine.

I danni e come prevenirli

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Foto da Unsplash

L’esposizione prolungata e costante alla luce blu degli schermi elettronici può danneggiare l’epitelio pigmentato retinico. Questo accade soprattutto nei casi di emissione di lunghezze di onda non controllati. Questa parte dell’occhio svolge funzioni importanti, tra cui quella di eliminare i materiali di scarto dalla retina e un suo danneggiamento può causare una lesione dell’epitelio pigmentato della macula. Questo danno può avere conseguenze irreversibili sulla vista.

Pertanto, gli esperti raccomandano di ridurre il più possibile l’esposizione agli schermi elettronici che producono luce blu, evitandola quando non è necessaria. Mentre imprescindibili sono le visite regolari dall’oculista, soprattutto per coloro che per lavoro trascorrono molte ore della giornata davanti al computer e allo smartphone.

L’oculista, infatti, sarà in grado di prevenire danni all’occhio, valutando lo stato della vista, la salute delle retina e la lacrimazione. Potrà quindi prescrivere trattamenti e rimedi per la cura degli occhi e insegnare al paziente gli esercizi per correggere gli eventuali difetti di convergenza oculare dovuti ai disturbi del coordinamento in chi soffre di sindrome da computer.

Infine, per conoscere se passiamo tropo tempo davanti agli schemi di computer e smartphone esiste un test specifico per misurare l’uso eccessivo di dispositivi elettronici.

Adolescente al computer (iStock)

Conoscevate questi rischi unimamme?

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