Ma le mascherine sono veramente efficaci? Arriva il nuovo studio

Sull’efficacia delle mascherine arriva la conferma da un nuovo studio. Ecco cosa bisogna sapere.

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Quanto sono efficaci le mascherine? La conferma da un nuovo studio – Universomamma.it (Adobe Stock)

Niente più dubbi: le mascherine ci proteggono dall’infezione da nuovo Coronavirus Sars-CoV-2, un nuovo studio scientifico ha confermato la loro efficacia.

Lo studio ha esaminato come viaggiano le goccioline di saliva che contengono le particelle di virus, analizzando la loro emissione e come vengono bloccate dalle mascherine. Ecco che cosa bisogna sapere.

Quanto sono efficaci le mascherine? Cosa dice un nuovo studio

Indossare una mascherina chirurgica ferma la circolazione del nuovo Coronavirus, bloccando le goccioline di saliva, droplets, che contengono il virus respiratorio. Una circostanza che era già nota ma che ora è stata confermata e precisata da un nuovo studio scientifico che ha appositamente analizzato la meccanica dell’emissione delle gocciolone e come vengono trattenute dalle mascherine.

Quando si parla o si tossisce, le mascherine possono ridurre la diffusione delle grandi goccioline di saliva contenenti il Coronavirus fino al 99,9%. Sostiene lo studio scientifico condotto in laboratorio, utilizzando manichini meccanici e persone.

Quando una donna sta a due metri di distanza da un uomo che tossisce senza indossare una mascherina, sarà esposta a una quantità 10mila volte maggiore di queste goccioline di saliva (droplets) rispetto al caso in cui l’uomo indossasse una mascherina, anche se si trovasse a soli 50 centimetri di distanza. Sostengono gli autori dello studio.

Non ci sono più dubbi sul fatto che le mascherine possano ridurre drasticamente la dispersione di goccioline potenzialmente infettate dal virus“, ha detto all’AFP l’autore senior dello studio, Ignazio Maria Viola, esperto di fluidodinamica applicata presso la School of Engineering dell’Università di Edimburgo.

Le goccioline di saliva più grandi (diverse dall’aerosol) sono ritenute il motore principale della trasmissione del Sars-CoV-2, ha proseguito lo studioso. Del resto si comportano come “proiettili” prima di cadere al suolo per la forza di gravità. Invece, le goccioline più piccole, chiamate anche aerosol, possono rimanere sospese nell’aria per periodi più lunghi.

Lo studioso Ignazio Maria Viola, intervistato da Phys.org, ha spiegato: “Espiriamo continuamente un’intera gamma di goccioline, dalla microscala alla scala millimetrica”. Alcune di queste goccioline “cadranno più velocemente di altre”. La differenza dipenderà da vari fattori: temperatura, umidità e soprattutto della velocità dell’aria.

Lo studio di cui si parla, si è concentrato su particelle più grandi di 170 micron di diametro, circa due o quattro volte la larghezza di un capello umano. Mentre le particelle di aerosol, che tendono a seguire le correnti dell’aria, sono di solito inferiori a 20 o 30 micron. Invece, le goccioline di dimensioni intermedie possono comportarsi in entrambi i modi, come ha rilevato lo studio.

Chi indossa una mascherina, ha aggiunto Viola, mitiga la trasmissione del virus di “un ordine di grandezza fino a 10 volte meno”. Nello studio che si riferisce alle goccioline di saliva più grandi, significa “circa il 99,9% in meno“.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, con il titolo: “Face coverings and respiratory tract droplet dispersion“, “Coperture per il viso e dispersione delle goccioline delle vie respiratorie”.

Secondo lo studio dei ricercatori dell’Università di Edimburgo, dunque, le mascherine chirurgiche sono molto efficaci nel proteggere dal contagio del nuovo Coronavirus. Allo stesso tempo, tuttavia, i ricercatori precisano che le loro scoperte valgono per la trasmissione del virus tramite le goccioline più grandi di salva, droplets, e non tramite aerosol, la cui possibilità di contagio è ancora discussa dagli studiosi.

Finora, infatti, abbiamo saputo che il Coronavirus si trasmette soprattutto tramite goccioline di saliva droplets quando si starnutisce, tossisce o parla vicino ad altre persone, che vengono raggiunte dalle goccioline. Dunque con una trasmissione da persona a persona. L’aerosol, invece, ovvero le particelle più piccole di respiro che rimangono sospese nell’aria, è stato ritenuto contagioso solo in determinate circostanze, come nelle terapie intensive Covid, dove i pazienti sono sottoposti a ventilazione, e in ambienti che rimangono chiusi e senza ricambio dell’aria per molto tempo.

Gli studi, tuttavia, potrebbero portare a nuove scoperte. Già dallo scorso ottobre i CDC – Centers for Disease Control and Prevention americani avevano aggiornato le loro informazioni sulla trasmissione del Coronavirus, sostenendo che può trasmettersi anche per via aerea. Una condizione che secondo i CDC può verificarsi in presenza di particolari circostanze, come “in ambienti affollati, chiusi e scarsamente ventilati“. In questi casi, nemmeno la mascherine sarebbero sufficienti o avrebbero un’efficacia ridotta.

Vi ricordiamo anche le nuove linee guida dell’OMS sull’uso delle mascherine.

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(Foto: Adobe Stock)

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