Alberghi e skipass: come ottenere il rimborso dopo il rinvio della riapertura

Il vociferarsi della riapertura degli impianti sciistici ha visto innumerevoli prenotazioni inondare siti come Booking, o di contatto diretto con gli albergatori. Il rinvio della riapertura, comunicato all’ultimo minuto, ha indotto, oltre che un malcontento comune, l’esigenza di richiedere il rimborso delle prenotazioni effettuate per skipass e alberghi.

Impianti sciistici rinviata l'apertura
Impianti sciistici rinviata l’apertura

Come già comunicato in un articolo precedente, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato nelle scorse ore l’ordinanza che proroga la chiusura degli impianti sciistici fino al 5 marzo, al fine di contenere i contagi da Coronavirus, a causa del diffondersi delle nuove varianti.

Una gran battuta di arresto, per i proprietari degli impianti, che avevano già messo in moto i gatti della neve. Per non parlare, dei numerosi turisti che avevano finalmente potuto prenotare un weekend sulla neve.

Adesso però, dovranno rinunciare alla vacanza tanto attesa. Molti di loro si stanno adoperando per recuperare i soldi versati per le prenotazioni in albergo e per l’acquisto dello skipass.

Vediamo quali sono le modalità al fine di ricevere il rimborso.


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Alberghi e skipass: le modalità per il rimborso

Rinviata l'apertura degli impianti sciistici
Il rinvio dell’apertura degli impianti sciistici

Per chi avesse prenotato su Booking, può tramite la piattaforma, contattare direttamente la struttura alberghiera e richiedere il rimborso della somma integrale. In alternativa si possono chiamare direttamente gli hotel.

Invece, per gli skipass, alcuni portali stanno comunicando ai loro clienti che le quote verranno risarcite, ma le tempistiche potrebbero essere lunghe dato l’elevato numero di richieste.

Tuttavia, sulle pagine Facebook dei gestori degli impianti stanno circolando post di solidarietà da parte dei clienti che annunciano di non voler ricevere le quote degli skipass indietro. Definendolo il loro modo di intendere il ristoro.

Le difficoltà del rimborso riguardano le prenotazioni in albergo dal momento che molto dipende dalla volontà dell’albergatore.

Come spiegato da Gianluca Cambareri di Tonucci & Patners sul Corriere della Sera per i casi strettamente legati al Coronavirus il legislatore è intervenuto prevedendo il diritto del consumatore di ricevere un voucher da poter utilizzare entro 18 mesi dall’emissione.

Tuttavia, è giusto ricordare che l’attività alberghiera non è stata chiusa, per cui è possibile accedere a tutti i servizi offerti dall’hotel stesso.

I fortunati sono quelli che hanno prenotato con tariffa rimborsabile, non avranno, pertanto, grandi problemi e ricevere la loro quota.

E voi unimamme? Che ne pensate del gesto solidale?

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