Un nuovo studio ha voluto rispondere ai quesiti in merito alla durata dell’immunità dopo aver contratto il covid. Ecco cosa è emerso alla luce degli attuali dati
Molte persone che hanno contratto il virus o che hanno eseguito il vaccino si domandano quale sia la durata dell’immunità al covid. Capire, infatti, questo aspetto, è fondamentale per valutare in che modo interagire con gli altri in totale sicurezza durante l’attuale emergenza sanitaria.
Per prima cosa bisogna capire il concetto di immunità. Esistono due tipi:
- naturale;
- indotta da vaccino;
Immunità naturale
Generalmente, ogni volta che una persona contrae un virus, il sistema immunitario ne conserva memoria. Ciò significa che le cellule del sistema immunitario, insieme alle proteine, sono in grado di riconoscere e, successivamente, sconfiggere gli agenti patogeni incontrati in precedenza.
La difesa immunitaria prevede diverse componenti:
- anticorpi: proteine che si trovano nel sangue, in grado di riconoscere i virus e neutralizzarli;
- le cellule T: in grado di riconoscere agenti patogeni;
- le cellule T killer: che uccidono gli agenti patogeni;
- cellule B: in grado di produrre nuovi anticorpi quando l’organismo ne necessita;
Le componenti sono state trovate in tutte le persone che hanno contratto per la seconda volta il covid anche se non è ancora chiaro quanto duri la risposta immunitaria.
Secondo Lauren Rodda, immunologa alla University of Washington School of Medicine, non sono stati ancora fatti abbastanza studi, tuttavia qualche tempo fa, uno studio pubblicato su Science ha scoperto che l’immunità può avere una durata fino a 8 mesi. Da questa analisi, infatti, è emerso che le predette componenti sono rimaste all’interno dell’organismo per almeno 8 mesi dopo l’infezione da covid nelle persone campionate.
E’ un risultato importante dal momento che è emerso che l’organismo è in grado di “memorizzare” SARS-CoV-2. I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno riferito, peraltro, che probabilmente coloro che hanno sconfitto il virus potrebbero godere dell’immunità per diversi mesi o anche anni.
Immunità indotta
Questo tipo di immunità è, per l’appunto, indotta dal vaccino. Al momento, i vaccini contro il covid sono due e provengono dagli Stati Uniti. Entrambi, comunque, sono in grado di aiutare il corpo a sviluppare l’immunità al covid senza la necessità di contrarlo. Sia l’uno che l’altro, inoltre, necessitano della somministrazione di due dosi.
Al termine di quest’ultima, poi, all’interno del nostro organismo viene rilasciata una sorta scorta di cellule T e di cellule B che memorizzeranno come combattere il virus se dovesse presentarsi, proprio come avviene per l’immunità naturale.
Va detto, però, che perchè l’immunità indotta si attivi occorrono alcune settimane dopo la vaccinazione: proprio in questo periodo, è possibile contrarre il virus che causa il Covid.
Ad ogni modo, oltre a non essere chiara la durata dell’immunità dal covid, i dubbi riguardano anche le nuove varianti che stanno emergendo negli ultimi mesi.
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Cos’è il Test anticorpale e a cosa serve
Le componenti alla base della protezione immunitaria sopra citati possono essere individuati mediante test anticorpale.
Per gli esperti, infatti, la maggior parte delle persone è in grado di sviluppare, quasi sicuramente, una risposta immunitaria in seguito all’insorgenza della SARS-CoV-2. In una parte di esse, peraltro, gli anticorpi possono essere individuati già entro la prima settimana dal suo insorgere.
Mentre con un test anticorpale positivo è possibile capire che si è contratto il virus che scatena il covid, con il vaccino non è facilmente individuabile la durata dell’immunità al virus. Il dottor Steven Sperber, a capo della divisione di malattie infettive presso l’Hackensack University Medical Center, ha spiegato che non si sa ancora se un test anticorpale con esito positivo indica che si è immuni al Covid. Ci sono, infatti, casi in cui gli anticorpi potrebbero proteggere da una nuova infezione, mentre per altri no.
Senza contare, che alcuni risultati dei test possono essere dei falsi positivi. Questa condizione solitamente può verificarsi se una persona ha contratto un virus simile rilevato dal test, ma tali anticorpi non sono in grado di proteggere dal virus. Infine, ha detto Sperber, non sappiamo quanto tempo potrebbe durare qualsiasi protezione.
Un altro studio pubblicato su JAMA Internal Medicine, ha analizzato i dati di oltre 3 milioni di statunitensi. In particolare, si è voluto confrontare i dati dell’infezione da Covid tra le persone con test anticorpali positivi rispetto a quelli delle persone con test negativi.
Ebbene, dall’analisi è emerso che, riguardo ad una reinfezione, il rischio ridotto non è stato registrato nei primi trenta giorni dopo un test anticorpale, aumentando dopo altri trenta giorni e rafforzandosi durante il periodo di osservazione di più di 90 giorni.
In conclusione
Anche se di rado, sono stati segnalati casi di reinfezione e anche se, sia l’aver contratto il virus che la vaccinazione sono in grado di fornire una certa immunità, non si può ancora dare una risposta chiara a questa questione.
Attualmente ci sono diversi studi in atto per dirimere diversi punti come, ad esempio, la probabilità di ricontrarre l’infezione, la frequenza e l’intervallo di tempo entro il quale essa può riverificarsi.
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