Sei vittima di violenza domestica: un gesto “muto” per chiedere aiuto

Un’associazione ha studiato un segnale molto speciale per le donne in pericolo. Un simbolo da conoscere per le donne vittima di violenza domestica.

donna
donna fonte Adobe stock

Unimamme, il tema della violenza sulle donne è molto sentito e se ne è parlato anche di recente a seguito della morte di una donna Sarah Everard, che stava tornando a casa da sola, di sera.

Oggi però vi parliamo di un modo per contrastare la violenza domestica che si addirittura intenstificata durante il lockdown in tutti i Paesi.

In Italia durante il lockdown c’è stato un aumento del 119% delle chiamate al 1522 per violenza domestica e stalking.

Signal for help contro la violenza domestica: una richiesta di aiuto muta

SIGNAL for help
Signal for help fonte: Canadian Women’s Foundation

Ecco quindi che un’associazione canadese, la Canadian’s Women Foundation, in collaborazione con Futures Without Violence, ha trovato un modo per aiutare le donne in difficoltà.

Si tratta di un segnale che può essere fatto per lanciare una richiesta di aiuto senza essere scoperte dal proprio persecutore, che magari può essere lì nella stanza.

Durante il lockdown e anche a causa delle restrizioni è diventato ancora più difficile, per le donne, chiedere aiuto. Solo in Italia, da inizio anno 14 donne sono morte per  femminicidio, ma ce ne sono molte di più che sono vittime di violenze domestiche di ogni tipo.

L’associazione canadese di cui vi parliamo ha pensato dunque a un gesto molto semplice, muto che può essere effettuato durante una videochiamata con qualsiasi persone che, in caso, può intervenire in aiuto.

Si tratta del Signal for Help che consiste nel pollice della mano piegato, con 4 dita in alto e poi chiuse a pugno.

Questo è un gesto che tutti noi dovremmo imparare a interpretare qualora ce lo trovassimo davanti, magari durante una videochiamata.

La Canadian’s Women Foundation ha lanciato questo gesto nell’aprile del 2020 e ora si sta diffondendo.

Signal for Help è stato quindi ripreso da altre associazioni, tra cui Gengle di Giuditta Pasotto che ha realizzato un video esplicativo.


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Chi lo identifica deve:

  • contattare: usare un’altra forma di comunicazione come messaggi, WhatsApp, social media, e-mail
  • ascoltare: senza porre domande
  • rispondere: chiamare il numero d’emergenza solo se la persona lo domanda espressamente, lasciamo che decidano loro come vogliono essere aiutate.

Unimamme, voi conoscevate questo segnale?

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