Tristezza: se la reprimi stai sbagliando. Non farlo più

“Tristezza, per favore vai via…” così cantava una vecchia canzone di Ornella Vanoni, un inno alla speranza e un invito a scacciar via questo sentimento così temuto. 

Ma perché la tristezza ci fa così paura? E perché invece non dovremmo reprimerla per il nostro bene.

Tristezza, un sentimento importante
La Tristezza è un’emozione importante – Universomamma.it

Ci siamo passati un po’ tutti, sentirsi a volte tristi fa parte del percorso di ognuno di noi, eppure i consigli che sentiamo più spesso ci invitano a reagire, a sorridere, a pensare positivo ricacciando quella tristezza che alle volte ci assale. Sì perché l’essere sempre positivi sembra essere diventato un dettame della società, guai a mostrare segni di debolezza e a manifestare un disagio come quello che può essere legato alla malinconia. E così, tendiamo a reprimerla, a nasconderla in un angolo della nostra mente e, semplicemente facciamo finta di non pensarci. Ma così non funziona, e soprattutto può essere decisamente deleterio.

Gli inglesi lo chiamano “effetto bottle up”, la propensione di alcune persone a sopprimere le emozioni negative “rinchiudendole in una bottiglia”. E l’immagine che questa metafora ci restituisce rende bene l’idea dei rischi che tale inclinazione comporta. Immagina una bottiglia che viene riempita continuamente, è evidente che, o prima o dopo, esploderà andando in mille pezzi.

Perché è importante ascoltare le nostre emozioni e non reprimerle. Sì, anche la tristezza!

Le emozioni, tutte, fanno parte della nostra natura, anche le più negative. Cercare di sopprimerle può avere conseguenze, anche gravi, sul nostro organismo, non solo a livello psicologico, come si potrebbe pensare, ma anche a livello fisico. Ogni sentimento che proviamo ha una sua causa scatenante. La tristezza, per esempio, rappresenta la risposta ad un dolore, sia esso fisico o emotivo, e in qualche modo diventa una difesa per il nostro corpo.

Un po’ come la febbre che sappiamo bene essere una risposta dell’organismo a una qualche forma di infezione o patologia e per questo dobbiamo lasciarla “sfogare”, in modo da farle fare il suo lavoro di protezione. Così è anche per la tristezza. Nasconderla e fare finta di niente può rivelarsi pericoloso.

tristezza
Mai reprimere la tristezza (Universomamma.it)

Reprimere e cercare di contrastare le emozioni che proviamo, e che, inevitabilmente, fanno parte della nostra vita, non fa altro che riempire quella “bottiglia” che è il nostro organismo. Ma quanto davvero può contenere e per quanto tempo? È ineluttabile, in qualche modo l’emotività deve trovare il suo sfogo, e se non la lasceremo fluire ci porterà senza dubbio a stati di malessere ben peggiori. La malinconia che ogni tanto ci assale va affrontata, nel modo giusto, per evitare che il nostro corpo la somatizzi trasformandola in emicranie, tensioni muscolari, disturbi a livello gastrointestinale o patologie ancora più invasive.

Quando ti senti triste allora, concentrati su te stesso, respira profondamente e ascolta il tuo corpo, i segnali che ti manda sono il tuo sistema di protezione, non temerli. La frenesia della nostra quotidianità può attendere. La tristezza, per altro, anche se potrebbe sembrare assurdo, ha effetti positivi su di noi. Gli studiosi infatti rivelano che quando ci sentiamo tristi siamo portati a non notare le differenze tra noi stessi e le altre persone, ciò ci consente di avere meno pregiudizi e una maggiore capacità di giudizio. Perché allora cercare di reprimerla? Viverla ed affrontarla ci aiuterà a conoscerci meglio e a superare i momenti difficili.

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