Ragazzo di 15 anni muore di meningite a Roma. La disperazione della mamma: “Non l’ho fatto vaccinare, la sua morte non sia vana”

ragazzo meningite roma
Meningite (iStock)

Ragazzo di 15 anni muore di meningite a Roma. La disperazione della mamma: “Non l’ho fatto vaccinare, la sua morte non sia vana”.

Stroncato da una meningite fulminante a soli 15 anni. È il tragico destino toccato a Federico, morto la settimana scorsa al Policlinico Umberto I di Roma. Il ragazzo non era vaccinato contro tutti i tipi di meningite, solo contro il meningococco B. La disperazione della madre, che ora lancia un appello a tutte le altre mamme perché facciano vaccinare i loro figli.

Ragazzo di 15 anni muore di meningite a Roma. L’appello della mamma a far vaccinare i figli

Federico, 15 anni, se l’è portato via la meningite la sera di lunedì 14 gennaio, nel giro di poche ore. Il ragazzo viveva a Roma con i genitori e frequentava l’istituto alberghiero. Era un ragazzo vivace e ben voluto, “un’anima pulita“, come l’ha descritto sua madre Valeria. Un figlio protettivo verso sua mamma. Una mamma che ora non si dà pace per la morte del suo ragazzo. Una morte che forse si poteva evitare.

Federico era stato vaccinato da piccolo contro il meningococco B, ha spiegato sua madre, ma non contro le altre forme di meningite: A, C, Y, W. Questi vaccini non sono obbligatori, ma solo facoltativi, sebbene fortemente raccomandati.

La mamma del ragazzo, tuttavia, aveva vaccinato il figlio da piccolo contro il meningococco B, con il vaccino che viene somministrato ai bambini nel primo anno di vita fino a 13 mesi. Poi quando il figlio è diventato adolescente non ci hanno pensato più alle vaccinazioni raccomandate . Una dimenticanza che è stata fatale.

Federico lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B, adesso che era adolescente non ci avevamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate, ma sulla base degli esami che verranno fuori, spero che la sua morte non sia vana, che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie“. Ha detto la mamma di Federico in un’intervista concessa al quotidiano Il Messaggero.

Il racconto della donna è straziante. Sabato pomeriggio Federico era uscito come sempre con gli amici. A fine giornata la madre era andata a prenderlo per riportalo a casa per cena. Alla sera la famiglia aveva cenato come sempre e Federico stava bene, non aveva nulla che facesse sospettare una malattia. Poi, però, alle 5:30 del mattino, Federico si è alzato perché stava male e aveva la febbre molto alta. Ha chiamato la madre che gli ha dato degli antipiretici, perché pensava che avesse l’influenza. Con il passare delle ore, però, la febbre non passava e verso l’ora di pranzo di domenica il ragazzo ha iniziato a coprirsi di macchie. Subito i genitori lo hanno portato in ospedale, senza aspettare l’ambulanza.

Quando i genitori sono corsi in ospedale, il ragazzo ancora era vigile. Molto provato, ma riusciva a rispondere alla madre annuendo con la testa. Una volta giunto in ospedale, Federico è stato subito ricoverato d’urgenza.

Sono riuscita a dirgli solo ciao Pippi, lo chiamavo così perché Fede aveva l’esuberanza di Pippi calzelunghe – ha raccontato la madre -. Era su una sedia a rotelle, è scomparso dietro una porta e l’ho riabbracciato quando ormai era troppo tardi. I medici ci hanno detto che era molto grave, che si trattava di meningite, non riesco a darmi pace“.

Federico frequentava la scuola con passione e aveva molte passioni, tra cui quella per l’atletica.

A seguito della morte a Roma del ragazzo per meningite, è scattata la profilassi, ma la Regione Lazio rassicura che “la situazione è sotto controllo e non vi è alcun allarme meningite, ha riferito l’Assessore alla Sanità regionale Alessio Amato che ha espresso vicinanza alla famiglia di Federico. L’assessore ha anche voluto “rivolgere un ringraziamento ai genitori di Federico che, in questo momento di estremo dolore, hanno voluto lanciare un appello sull’importanza della vaccinazione“. “Si tratta di un grande gesto di civiltà“, ha sottolineato l’assessore, precisando che “da martedì prossimo inoltre i medici della Asl Roma 2 saranno presso l’istituto alberghiero per dare la possibilità a chi lo vorrà di vaccinarsi“.

Gli specialisti dell’Istituto Spallanzani che hanno effettuato le colture dei batteri, per scoprire il ceppo della meningite, hanno accertato che Federico è stato colpito da meningococco di tipo C. Questo batterio è il più aggressivo

Le vaccinazioni contro la meningite in Italia

I vaccini contro meningococco B e C, ma fanno parte del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 e sono raccomandati, offerti attivamente e gratuiti, perché inclusi nei LEA, Livelli essenziali di assistenza.

Il vaccino contro il meningococco B viene somministrato in quattro dosi: 3 dosi tra il 3° e il 6° mese di vita; poi una quarta dose al 13° mese. Per i bambini non precedentemente vaccinati sono previste 2 dosi tra i 2 e i 10 anni per l’immunizzazione primaria, con un intervallo tra le dosi di non meno di 2 mesi. Gli adolescenti di età pari o superiore agli 11 anni e gli adulti infine devono ricevere 2 dosi di vaccino, con un intervallo tra le dosi di non meno di 1 mese.

Il vaccino contro il meningococco C viene somministrato a 13-15 mesi di età e nell’adolescenza con vaccino anti-meningococco C o coniugato tetravalente, che protegge dai sierotipi A, C, W e Y. Quest’ultimo vaccino indicato soprattutto negli adolescenti.

Nella Regione Lazio, inoltre, la vaccinazione per il meningococco C è gratis fino ai 18 anni ed è offerto il vaccino contro i sierotipi A, C, Y e W dall’anno di vita, con la possibilità di eseguirlo anche a 5 anni, se prima si era stati immunizzati solo contro il meningococco C. A 11-19 anni c’è la possibilità di sottoporsi ad una seconda dose di A, C, Y e W.

Federico avrebbe compiuto sedici anni il prossimo 18 gennaio.

Che dire unimamme? Non ci sono parole in questi casi. Avete vaccinato i vostri figli contro la meningite? Anche con i vaccini non obbligatori?

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