Uova in gravidanza: come regolarsi con il consumo

Uova in gravidanza: come regolarsi con il consumo, la parola agli esperti.

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Uova in gravidanza: come regolarsi con il consumo – Universomamma.it (Adobe Stock)

Come sappiamo, non tutto si può mangiare in gravidanza, mentre ci sono alimenti il cui consumo è raccomandato per lo sviluppo sano del feto, alcuni sono assolutamente vietati, altri sono sconsigliati e altri ancora vanno limitati o consumati solo a determinate condizioni. Tra questi ultimi ci sono le uova, che vanno consumate solo cotte, per evitare il rischio di contrarre la salmonella che in gravidanza è molto pericolosa perché può compromettere lo sviluppo del feto.

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Per questo motivo le uova rientrano nell’elenco degli alimenti a rischio per la gravidanza del Ministero della Salute, per i quali vanno adottate particolari precauzioni. Ecco come regolarsi con il consumo delle uova in gravidanza, secondo i consigli degli esperti.

Uova in gravidanza: i consigli degli esperti sul consumo

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Uova in gravidanza: come regolarsi con il consumo – Universomamma.it (Adobe Stock)

Le uova possono essere consumate durante la gravidanza ma soltanto ben cotte e in quantità moderate.  Infatti, le uova crude o poco cotte sono a rischio salmonella, un’infezione batterica che può essere molto dannosa per il feto. Invece un consumo eccessivo di uova cotte è sconsigliato per l’elevato contenuto di colesterolo. Comunque, le uova hanno ottime proprietà nutrizionali, per questo non sono vietate durante la gravidanza ma devono essere consumate con grande attenzione.

Per prima cosa occorre evitare il consumo di uova crude, di derivati e preparati a base di uova crude, come le creme, il tiramisù o la maionese fatta in casa. Così come non vanno consumate quelle poco cotte, come le uova alla coque o all’occhio di bue, perché la cottura non è sufficiente a eliminare tutti i possibili batteri. I prodotti preparati con uova crude o poco cotte possono essere ancora pericolosi anche dopo il congelamento, perché i batteri che contengono potrebbero moltiplicarsi una volta scongelati

Non rappresentano un rischio, invece, i prodotti industriali a base d’uovo perché vengono pastorizzati. La pastorizzazione, infatti, è il processo che elimina i batteri nelle uova come nel latte. Pertanto, se si consuma gelato artigianale o prodotti di pasticceria con creme è bene assicurarsi che le uova usate per la preparazione siano state prima pastorizzate. Riguardo a questi ultimi prodotti, ricordiamo anche i consigli degli esperti sul consumo di dolci in gravidanza.

Tra i tipi di cottura più comuni e sicuri c’è quello della bollitura fino a far diventare l’uovo sodo. Va bene anche la frittata e l’uovo al tegamino, l’importante è che sia ben cotto. Queste cotture rendono l’uovo più difficile da digerire e più pesante in caso di frittura, anche se molto dipende dalla quantità di olio usato e dagli altri ingredienti nella frittata. Si tratta, però, delle cotture che garantiscono la distruzione della carica batterica e la massima sicurezza, grazie alla maggiore esposizione dell’uovo al calore. Invece, è sconsigliato l’uovo in camicia, perché in questo caso il tuorlo non viene cotto abbastanza. I vari ceppi di salmonella vengono uccisi a 70°C di temperatura.

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È importante poi che le uova consumate in gravidanza siano fresche. Perché quelle poco fresche sono più a rischio di infezioni. La data di scadenza è riportata sulle confezioni e solitamente è a 28 giorni dalla deposizione. Fate dunque attenzione a leggere bene il giorno e il mese di scadenza stampati sulla confezione e a non dimenticarli una volta acquistate e portate le uova a casa. Per una maggiore sicurezza, soprattutto se si tratta di uova sfuse, fate molta attenzione al loro aspetto. Quando un uovo è fresco, la superficie del guscio è opaca e quasi vellutata. Quando l’uovo è poco fresco, invece, la superficie del guscio è lucida. Inoltre, un uovo vecchio tende a galleggiare sull’acqua, basta fare la prova con un recipiente riempio con un litro acqua e  del sale. Anche osservando il tuorlo e l’albume, una volta rotto l’uovo, si capisce se è fresco oppure no. Se il tuorlo è piatto (anche se la forma può dipendere da come viene rotto) e l’albume è acquoso e giallastro significa che l’uovo non è buono e non si può consumare.

Riguardo alla quantità, come abbiamo detto, è meglio non esagerare perché 100 g di uova contengono fino a 373 milligrammi di colesterolo e 155 calorie. Solitamente, i nutrizionisti consigliano di consumare da 2 a 4 uova alla settimana durante la gravidanza.

Anche se al supermercato le troviamo su scaffali normali, le uova vanno sempre conservate in frigorifero, una volta acquistate e portate a casa. Questo perché le temperature basse permettono una migliore conservazione delle uova e ne prolungano la freschezza, rallentando il passaggio dei germi presenti sul guscio. Poi, all’interno del frigorifero le uova vanno lasciate nel loro imballaggio perché qui si legge bene la data di scadenza (anche se è stampata sul guscio) e tutte le altre informazioni sulla deposizione e la tracciabilità. Inoltre, le uova fuori dalla confezione, lasciate sfuse nel frigorifero potrebbero contaminarlo con i germi presenti sul guscio. Per questo motivo non vanno riposte nei portauovo presenti sul portellone.

Infine, su tutte le uova e sulle confezioni è stampato il codice di tracciabilità che indica 5 gruppi di caratteri alfanumerici che indicano da sinistra: la tipologia di allevamento, la nazione di produzione, il codice ISTAT del comune di produzione, la provincia e il codice univoco dell’allevamento dove la gallina ha deposto l’uovo. Le tipologie di allevamento sono quattro: 0=biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 in gabbia. Sono da preferire le uova che provengono da galline in allevamento biologico o all’aperto.

Ricordiamo infine le regole fondamentali dell’alimentazione sana in gravidanza, secondo le indicazioni generali del Ministero della Salute.

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Uova in gravidanza: come regolarsi con il consumo – Universomamma.it (Foto di Mufid Majnun da Pixabay)
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