Svezzamento: come iniziare facendo le scelte giuste

Care unimamme vediamo insieme una volta stabilito che il bambino è pronto, come iniziare lo svezzamento.

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Svezzamento: come iniziare facendo le scelte giuste | Universomamma.it (fonte: adobe)

Lo svezzamento è il passaggio da un’alimentazione esclusiva a base di latte materno ad una alimentazione mista con latte e cibi solidi o semi solidi, come abbiamo già spiegato nell’articolo: “svezzamento: cos’è e perché farlo“.  A partire dai sei mesi il bambino ha bisogno di alcune sostanze nutritive e l’alimentazione esclusiva con il latte non basta più, ha bisogno di integrarla con altri alimenti, vediamo come iniziare questa nuova fase senza problemi.

Questo passaggio di solito avviene fra i cinque e i sette mesi di vita del bambino. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la prosecuzione dell’allattamento esclusivo fino ai sei mesi di età.

Il bambino è pronto ad un’alimentazione complementare nel momento in cui raggiunge tutte le competenze fisiologiche necessarie di cui abbiamo già parlato nell’articolo svezzamento: come capire quando il bambino è pronto.

Come iniziare lo svezzamento

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Svezzamento: come iniziare facendo le scelte giuste | Universomamma.it (fonte: adobe)

Al momento del passaggio all’ alimentazione, di solito le famiglie si possono orientare verso:

  1. uno svezzamento classico, detto anche alimentazione complementare tradizionale,
  2. oppure un’ autosvezzamento, detto anche alimentazione complementare a richiesta.

Anche se la maggior parte delle famiglie si orienta verso un’alimentazione complementare tradizionale, un numero inferiore ma in aumento predilige l’ alimentazione complementare a richiesta.

Entrambe vanno bene e sta ai genitori scegliere la strada più adatta alle proprie inclinazioni e a quelle del bambino. L’importante è l’attenzione rispetto alla qualità e alla quantità degli alimenti che vengono proposti al bambino. Se il bambino è sereno e attivo e cresce regolarmente significa che non ci sono problemi.

Inizialmente il bambino continuerà l’allattamento a richiesta: la quantità di latte che assumerà subirà un aggiustamento graduale in automatico. Per quanto invece riguarda il cibo solido sta ai genitori, osservando il piccolo, capire quando è il caso di aumentare le porzioni o diminuirle nel caso lasci del cibo nel piatto.

Può succedere nel primo anno che il bambino chieda meno latte e cibo. Si tratta di una fase di crescita legata al cambiamento dei ritmi del bambino e che porterà il bambino intorno ai 3/4 anni a diventare più snello.

Quando il bambino è affamato:

  1. si eccita alla vista del cibo
  2. muove la testa verso il cibo
  3. apre la bocca per mangiarlo
  4. cerca di spingere con le mani il cibo verso la bocca
  5. emette versetti per indicare che ne vuole ancora

Quando è sazio:

  1. ruota il capo dall’altra parte
  2. chiude le labbra
  3. si disinteressa al cibo

Lo svezzamento tradizionale:

Innanzitutto, come si può leggere su Uppa, va detto che non esistono evidenze scientifiche che giustifichino alcune vecchie regole legate allo svezzamento tradizionale, per esempio

  • l’allenamento al cucchiaino con la frutta
  • la sostituzione di una poppata di latte con un pasto solido
  • la dilatazione degli alimenti allergizzanti
  • l’eliminazione totale del sale
  • l’utilizzo di omogeneizzati

Un’alimentazione specifica: secondo alcuni pediatri è opportuno prevedere per lo svezzamento nei primi anni di vita del neonato un’alimentazione specifica dato che i bisogni nutrizionali del bambino rispetto all’adulto sono diversi:

  • 45% dell’apporto calorico di grassi che gli servono per sviluppare il proprio sistema nervoso (al contrario dei 30% dell’adulto)
  • poche proteine perché possono aumentare il rischio di sviluppare obesità infantile

In questo caso è opportuno prevedere una gradualità per abituare i bambini ai diversi sapori e consistenze, ma anche come abbiamo già detto nell’articolo “Svezzamento e allergie alimentari”, per scongiurare allergie alimentari. L’ideale è iniziare con consistenze semifluidi o brodini, più facili da gestire e poi passare gradualmente a consistenze più solide.

È importante iniziare lo svezzamento:

  • quando il bambino è sereno non è stanco né troppo affamato
  • meglio iniziare con frutta come pera o mela
  • dopo un paio di settimane puoi proporre la prima pappa, preparata con brodo vegetale
  • per i bambini che prendono il latte materno la seconda pappa durante l’arco della giornata dovrebbe essere inserita dopo un mese
  • per i bimbi che prendono latte artificiale per aggiungere nella giornata la seconda pappa si può aspettare anche più di un mese

Non dimenticare di usare un cucchiaio di plastica morbida e non insistere se il bambino non sembra interessato.

È importante che chiunque si prenda cura del bambino della la limitazione del bambino sappia che non può usare il cibo come strumento consolatorio per calmarlo o per premiarlo.

Nella preparazione della prima pappa è importante, come abbiamo scritto in un altro articolo Svezzamento: come preparare la prima pappina: preparare del brodo vegetale con crema di riso o mais, parmigiano e olio extravergine d’oliva. Dopo 3/4 giorni è possibile apportare alcune varianti aggiungendo altre verdure sempre di stagione, meglio iniziare con un’aggiunta graduale di passato vegetale. Dopo il sesto mese si può introdurre la prima pastina.

L’auto-svezzamento indicativamente dopo i 6 mesi

La nuova tendenza che si fa strada nelle famiglie e tra i pediatri e quella dell’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta.

Secondo Lucio Piermarini, pediatra ternano, autore del libro “io mi svezzo da solo”, autore di molti articoli sul portale Uppa:

  • è il bambino a decidere quando è arrivato il momento di assaggiare qualcosa di nuovo e ce lo comunica attraverso chiari segnali di cui abbiamo già parlato nell’articolo svezzamento: come capire quando il bambino è pronto.
  • il bambino mangia le stesse cose di mamma e papà purché mostri interesse anche se si tratta di tagliatelle al ragù di cinghiale come è successo a mia figlio Giorgio. I bambini tendono ad imitare i propri genitori, questo approccio gli consente di introdurre sempre nuovi alimenti seguendo le loro inclinazioni ma è importante che i genitori siano i primi a mangiar sano.
  • i cibi devono essere spezzettati oppure schiacciati o sfilacciati dato che bambini non hanno ancora i denti; facendo in modo però che il bimbo avverta sempre in bocca qualcosa di solido che stimoli la sua masticazione
  • i legumi vanno bene se sminuzzati
  • le verdure crude  insalata e frutta anche
  • le verdure cotte come le melanzane e i peperoni, dato che hanno una fibra meno digeribile, meglio sminuzzarle maggiormente

In questo caso l’autosvezzamento può essere un’opportunità per i genitori a rivedere la propria alimentazione, come abbiamo già detto nell’articolo “Lo svezzamento e lo sviluppo del gusto nei neonati“ nel quale parliamo dell’importanza di questa fase dello svezzamento perché verranno fuori i gusti dei bambini che sono determinati non solo dai geni ma anche dall’esperienza all’interno dell’utero, dell’allattamento, e della cultura culinaria dei propri genitori in questa fase. Inoltre un’alimentazione corretta può prevenire gravi malattie come l’ipertensione arteriosa il diabete e le malattie cardiovascolari.

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Care unimamme cosa ne pensate di questi utili informazioni del pediatra Lucio Piermarini su Uppa?

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