Plasma iperimmune e mortalità Covid: lo studio italiano

Plasma iperimmune e mortalità Covid: cosa ha scoperto lo studio della Asst di Mantova
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Nel momento in cui si cerca di contrastare il Coronavirus con i vaccini e si teme la diffusione delle varianti più contagiose, arrivano buone notizie dal fronte delle cure anti-Covd-19, la malattia causata dal virus Sars-CoV-2.

Uno studio sul plasma iperimmune condotto dalla Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Mantova ha dato risultati incoraggianti sul trattamento delle forme più serie di Covid nei pazienti più fragili. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.


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Plasma iperimmune e mortalità Covid: i risultato dello studio della Asst di Mantova

Il trattamento dei pazienti malati di Covid-19 con il plasma iperimmune aveva animato nei mesi scorsi le discussioni tra esperti all’interno della comunità scientifica. In un primo momento, erano emersi alcuni benefici dall’infusione nei malati del plasma donato da pazienti Covid guariti. Mancavano, però, studi approfonditi affinché si potesse parlare di una vera efficacia della cura su un numero significativo di pazienti. Questi studi stanno arrivando e i risultati sono interessanti  e promettenti.

Se il vaccino ridurrà fortemente la malattia e le sue conseguenze più gravi – si spera anche l’infezione -, ci vorrà ancora molto tempo prima che questi effetti siano raggiunti su larga scala. Nel frattempo, ancora troppe persone sviluppano le forme più gravi di Covid e hanno bisogno di cure specifiche che ancora non esistono. Del Covid, infatti, si trattano soprattutto i sintomi e anche se i protocolli sanitari sono migliorati e vengono usati diversi farmaci, soprattutto antinfiammatori, ogni nuovo trattamento che possa aiutare i pazienti è il benvenuto.

Tra gli strumenti che possono essere usati contro il Covid, i ricercatori stanno sperimentando anticorpi monoclonali e plasma iperimmune.

Al riguardi avevamo già segnalato uno studio condotto in Argentina, pubblicato a inizio gennaio sul New England Journal of Medicine, che aveva dimostrato l’efficacia del plasma iperimmune nella contrasto al Covid.

Ora, un altro studio, questa volta tutto italiano, mostra altri risultati incoraggianti nel trattamento della malattia con il plasma iperimmune o convalescente in pazienti anziani.

Lo studio, chiamato “Rescue” è stato condotto dai medici e ricercatori dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Mantova in collaborazione con i colleghi delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) Green Park del Gruppo Mantova Salus (Gms). Lo studio è stato pubblicato su Mayo Clinic Proceedings: Innovations, Quality and Outcomes. Tra gli autori c’è anche Giuseppe De Donno, il medico dell’ospedale Carlo Poma di Mantova che tra i primi in Italia aveva impiegato il plasma iperimmune per curare i pazienti Covid.

Obiettivo dello studio era quello di valutare la sicurezza e l’efficacia della trasfusione di plasma iperimmune negli anziani con Covid-19 da moderato a grave, che vivono in una struttura di assistenza a lungo termine come una Rsa.

Lo studio è stato condotto su 22 pazienti anziani di Covid-19 che vivano in una Rsa della Lombardia e ai quali è stato somministrato plasma iperimmune nel periodo dal 15 maggio al 31 luglio 2020. I parametri clinici, strumentali e di laboratorio dei pazienti sono stati valutati dopo il trattamento con il plasma. Il tasso di mortalità complessivo in questo gruppo è stato confrontato con quello registrato in altre Rsa della Lombardia nel periodo di tre mesi da marzo a maggio 2020.

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Dei 22 pazienti a cui è stato somministrato il plasma iperimmune,

  • 15 (il 68,2%) hanno ricevuto una unità di plasma,
  • 6 (27,3%) ha ricevuto due unità
  • e 1 (il 4,5%) tre unità.

Le unità somministrate avevano titolo anticorpale alto. Durante o dopo la somministrazione di plasma, non sono state registrate reazioni avverse nei pazienti.

Durante il periodo dello studio, 3 pazienti sono deceduti. In tutti i 19 pazienti sopravvissuti, gli studiosi hanno osservato dei miglioramenti nei parametri clinici, funzionali, radiologici e di laboratorio durante i 14 giorni successivi alla trasfusione di plasma iperimmune.

I risultati dello studio italiano e la conclusione

Grazie alla somministrazione del plasma iperimmune il virus è stato eliminato nel 90% dei casi, alla fine del follow-up. Il tasso di mortalità complessivo dei 22 pazienti con Covid è stato del 13,6% (3 decessi su 22 casi), decisamente più basso di quello del gruppo di controllo che è stato del 38,3% (281 morti su 733). Una differenza che corrisponde a una riduzione del 65% del rischio di mortalità.

La conclusione a cui sono giunti i ricercatori è che la somministrazione precoce di plasma iperimmune, con un titolo anticorpale anti-Sars-Covd-2 adeguato, a pazienti Covid-19 anziani e sintomatici, residenti in una Rsa, è sicura ed efficace nell’eliminare il virus, nel ripristinare l’immunità dei pazienti e fermare la progressione della malattia, migliorandone la sopravvivenza.

Massimo Franchini, direttore del Servizio trasfusionale dell’Asst di Mantova e autore principale dello studio, ha dichiarato all’Adnkronos: “Sono estremamente orgoglioso e soddisfatto per la pubblicazione di questo studio che per la prima volta al mondo si è rivolto alla popolazione particolarmente fragile degli anziani residenti nelle Rsa con l’obiettivo di curare Covid-19 utilizzando il plasma iperimmune, una terapia fisiologica e priva di effetti collaterali. I risultati sono stati a dir poco sorprendenti: il plasma ha nettamente ridotto la mortalità per Covid-19 e ha inoltre bloccato la diffusione del virus all’interno delle strutture coinvolte, impedendo così al coronavirus di infettare altri residenti“. Ha concluso l’esperto.


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(Terapia intensiva dell’ospedale Santo Stefano di Prato. Foto di ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Che ne pensate unimamme dei risultati di questo importante studio italiano?

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