Covid, peggiora l’epidemia: le Regioni che cambieranno colore

Covid, peggiora l’epidemia: le Regioni che cambieranno colore. La situazione in Italia.

covid peggiora epidemia regioni
(Codogno un anno dopo. Foto di Stefano S. Guidi/Getty Images)

Salgono i contagi Covid-19 in Italia e rimane alto l’indice di trasmissibilità Rt, uno dei parametri fondamentali nell’assegnazione alle Regioni dei colori che corrispondono alle diverse aree di rischio.

Purtroppo, come era stato già anticipato nei giorni scorsi, l’epidemia di Coronavirus è in ripresa in Italia. Una situazione confermata dal monitoraggio settimanale dei contagi comunicato oggi dalla Cabina di Regia dell’Istituto Superiore di Sanità. Così come dagli ultimi bollettini quotidiani. Proprio oggi i contagi giornalieri sono tornati sopra quota 20mila, un numero che non veniva raggiunto dai primi di gennaio (quando il numero dei contagi era salito probabilmente dopo le aperture prenatalizie).

Ecco cosa bisogna sapere della situazione attuale e quali Regioni potranno cambiare colore a partire da lunedì prossimo (secondo la nuova regola per le ordinanze del ministro della Salute).


LEGGI ANCHE: COVID, PROROGATO IL DIVIETO DI SPOSTAMENTO TRA REGIONI


Covid: peggiora l’epidemia e l’incidenza dei contagi

Durante la conferenza stampa del venerdì di presentazione dei dati sull’epidemia di Covid-19 in Italia, tratti dal monitoraggio della Cabina di Regia, il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza – in sostituzione del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, che non è potuto essere presente – ha comunicato un forte incremento dell’incidenza dei contagi in Italia. L’aumento riguarda soprattutto alcune zone d’Italia, come la Provincia si Bolzano, e in particolare i ragazzi in età scolare, dagli 11 anni. I focolai nelle scuole aumentano, anche se il dato non è ancora drammatico, ha confermato Rezza.

Il monitoraggio dei contagi ha rilevato una diminuzione dell’età media dei casi.

Il dato buono, invece, è la diminuzione dei casi sopra gli 80 annidi età. Si registra un calo anche dei focolai nelle Rsa. Molto probabilmente è merito delle vaccinazioni degli ospiti e del personale in queste strutture.

Al momento, l’Rt nazionale si avvicina al valore soglia di 1, ma resta a 0,99 come la scorsa settimana. La forbice va dallo 0,93 e 1,03.

Nel frattempo, per la quarta settimana consecutivo, si conferma un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumentano le Regioni classificate a rischio alto, che sono:

  • Abruzzo,
  • Lombardia,
  • Marche,
  • Piemonte,
  • Umbria.

Diminuiscono le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato o basso.

“In Italia ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese. Anche in Umbria, per la presenza delle varianti inglese e brasiliana”, ha detto Rezza. “Dobbiamo fare uno sforzo molto grande per contenere le varianti e siamo preoccupati per quelle brasiliana e sudafricana”, ha aggiunto.

“Nelle regioni, anche in quelle gialle, sono presenti molti focolai sono dovuti alle nuove varianti“, ha spiegato Rezza. “Non posso che esprimere preoccupazione per l’andamento dell’epidemia“, ha aggiunto Rezza, sottolineando “una tendenza al peggioramento della situazione epidemiologica che ancora è poco visibile”.

Dobbiamo tenere alta la guardia –  ha continuato – e dove c’è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente. Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici”, ha concluso.


LEGGI ANCHE: COVID, ANCHE GLI OCCHI SONO A RISCHIO, LO STUDIO


Le Regioni che cambieranno colore

Per il passaggio delle Regioni a un area di rischio più elevata e quindi al colore arancione o rosso, si tiene conto dell’aumento dell’indice Rt di trasmissibilità dei contagi ma anche del rischio calcolato sui 21 parametri (ricoveri in terapia intensiva, ecc.). Se l’indice Rt è sopra 1 scatta la zona arancione, se supera 1,25 scatta quella rossa. Comunque,  si prende in considerazione l’intervallo più basso di quelli usati per calcolare il dato medio. Non basta però solo l’indice Rt. Perché, anche se l’Rt è inferiore a 1 ma il rischio calcolato sui 21 indicatori è alto si entra comunque in arancione.

Una situazione che questa settimana si è verificata in tre Regioni:

  • Lombardia, con indice Rt medio 0,82 (intervallo: 0,79-0,84) e rischio alto,
  • Marche, con indice Rt medio 0,98 (intervallo: 0,88-1,09) e rischio alto,
  • Piemonte, con indice Rt medio 1,02 (intervallo: 0,98-1,05) e rischio alto.

Queste Regioni, dunque, passeranno in zona arancione lunedì 1° marzo. Dobbiamo ancora aspettare l’ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza ma i dati sono evidenti.

Poi due Regioni entreranno in zona rossa: Basilicata e Molise. La Basilicata ha un indice Rt medio di 1,51, con intervallo 1,26-1,79, e rischio moderato. Dunque ha parametri da zona rossa (Rt sopra 1,25 nella soglia più bassa dell’intervallo). Il Molise ha un indice Rt medio di 1,11, con intervallo 0,8-1,45, e rischio moderato con alta probabilità di progressione. Questi parametri non sono ancora da zona rossa ma è stata richiesta espressamente dalla Regione.

La Regione Liguria, invece, potrebbe passare da zona arancione a zona gialla. La Sardegna addirittura potrebbe passare in zona bianca e sarebbe la prima regione a farlo in Italia.


LEGGI ANCHE: COVID IN GRAVIDANZA: QUALI SONO LE CONSEGUENZE PER MAMMA E BEBÈ


(Ospedale. Foto di Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Che ne pensate unimamme dell’andamento dell’epidemia in Italia?

Impostazioni privacy