“Anche un gioco può portare all’estremo”: un esperto ne perché i motivi

Il parere di un esperto sui rischi che corrono i nostri figli e sui motivi dietro la morte di un bambino di 11 anni a Napoli, forse per un gioco online portato all’estremo.

bambino suicida
(Adobe Stock)

Unimamme, forse avrete saputo della tragica morte del bambino di 11 anni, a Napoli, che ha lasciato un inquietante biglietto i genitori.

“C’è un vuoto educativo”: il parere di un esperto dietro i giochi online portati all’estremo

Prima di compiere l’estremo gesto il ragazzino ha inviato un messaggio al telefono della mamma scrivendo: “Mamma, papà vi amo tanto, ma devo seguire l’uomo nero con il cappuccio”.

Mentre le forze dell’ordine devono ancora stabilire cosa sia accaduto veramente e se davvero dietro questo insano gesto ci sia una challenge che gira sul web, per la precisione quella di Jonathan Galindo, è bene comunque riflettere circa i rischi  online che possono coinvolgere i soggetti più fragili.

Ne parla anche in un’intervista su Vita, Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina ,affermando: anche un gioco assurdo e stupido agli occhi dell’adulto, per un ragazzo senza riferimenti e con fragilità, genera emozioni e appigli per farsi coinvolgere. E allora sì che ti porta fino all’estremo perché ci sei tanto dentro che non riesci più a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato“.  Quante volte ci si perde nella rete?

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La Fondazione, ci teniamo a dirlo, porta il nome di Carolina, la ragazza figlia di Paolo Picchio, che si è suicidata per “le parole” dei suoi amici e compagni di scuola.  Si legge sul sito: “A Carolina è dedicata la prima legge in Europa contro il cyberbullismo. Grazie a Carolina non è più possibile banalizzare l’odio nel web come semplici ragazzate: lo ha stabilito il primo processo in Italia su cyberbullismo. A cinque anni dal suo tragico gesto nasce la Fondazione che porterà il suo nome.”

La Fondazione è quindi nata per aiutare le famiglie e per “educare” chi educa i giovani.

Ivano Zoppi cita anche il meccanismo perverso dei social media che più impazzano tra i più giovani, come per esempio Tik Tok.

bambino sfida online
(Adobe Stock)

Su TikTok c’è la qualunque, ragazzine di 12-13 anni che ballano in modo provocante, esibizione di corpi e intimità che sono buttate in rete senza rispetto per se stessi, una costante del mettersi in mostra, dell’avere un like, di qualcuno che ti approvi anche se non fa parte della tua cerchia di conoscenti”.

In ultimo, anche una mamma ha lanciato un appello a tutti i genitori affinché controllino il telefono dei loro figli e i loro profili social dei bambini e ragazzi, perché anche dietro a volti normalissimi possono nascondersi delle insidie come quella di Jonathan Galindo che spingono i ragazzi a commettere atti contro se stessi.

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L’invito dell’esperto di Fondazione Carolina, vuole  ai genitori è quello di essere accanto ai propri figli, di accompagnarli nel mondo virtuale, perché questo ha sempre delle conseguenze nel reale, a volte persino drammatiche. Ivano Zoppi denuncia proprio il grande “vuoto educativo” in cui navigano i nostri figli. A questo scopo dalla sito della fondazione è possibile scaricare una GUIDA AI GENITORI, utile che spiega in maniera accurata i rischi che incontrano i nostri figli quando “escono” nella rete.

bambino jonathan galindo
(Adobe Stock)

Unimamme, voi cosa ne pensate di queste riflessioni? Voi controllate i telefonini e gli apparecchi elettronici dei vostri figli? Scaricherete la guida? Noi lo abbiamo fatto!

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